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Vai avanti, Maria Teresa Improta
Anche se sembra scontato, preferisco scrivere pubblicamente la mia vicinanza a Maria Teresa Improta.
Scrivere della nostra realtà, delle tante e nebbiose aree grigie del tessuto imprenditoriale e politico calabrese, non è una scelta, è DOVERE di un giornalista. Questo ha fatto Maria Teresa Improta riportando le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia sull’attività imprenditoriale dei Vrenna, proprietari di più discariche sul territorio calabrese (oltre che del Crotone calcio), e per questo è stata denunciata dagli stessi imprenditori. Si può essere condannati per aver fatto il proprio dovere? Io credo di no.
Del resto in quell’articolo non c’era scritto molto più di ciò che è riportato dalla Commissione Parlamentare sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti in Calabria, la quale nella relazione finale dedica molte pagine alle attività dei Vrenna. Questo non necessariamente implica aver commesso dei reati, ma di certo scriverlo, ricordarlo, renderlo pubblico non può essere reato.
Se la Calabria vuole avere speranza, ognuno di noi deve fare almeno il proprio dovere, senza lasciarsi intimidire, senza farsi accomodare. Per questo, Maria Teresa, vai avanti. Non sei sola.
Flavio Stasi
Questione di Giustizia, di pudore e di coraggio.
Oggi è di moda essere #giustizialista, cioè condannare moralmente (e politicamente) chi ha un precedente o magari un’indagine in corso e premiare, di contro, chi è giuridicamente immacolato. Io non lo sono e spesso, anche chi mi sta vicino, si chiede il perché.
Voglio provare a fare un esempio.
Mettiamo il caso che ci sia una discarica, quella di Scala Coeli, con irregolarità di ogni tipo, dalla volumetria agli impianti di sicurezza, dalla pendenza alla regolarità idrogeologica, dalle cartine con una scala scorretta (in modo da cambiare le distanze) al mancato rispetto dei vincoli per l’agricoltura e così via, tutto documentato. Mettiamo il caso che un dirigente della Regione Calabria, pagato da noi per tutelare salute e territorio, superi ogni irregolarità con una mega sanatoria e, sulla scorta della solita emergenza, faccia aprire la discarica in perfetto stile calabro. Qualcuno dirà: denunciate il dirigente! Noi infatti lo abbiamo fatto.
In questi giorni ci è arrivata la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Catanzaro: non c’è ragione di avviare un processo su una cosa del genere, figuriamoci, tutto a posto.
Mettiamo il caso che il dirigente in questione è sorella del Presidente della sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro, a sua volta ex-candidata alle primarie di Lamezia Terme per il PD (perdente con Gianni Speranza) e moglie del responsabile ambiente del PD nonché, guarda caso, ex sub-commissario all’emergenza rifiuti in Calabria. Difficile processare un dirigente così no? Più facile processare me (ed altri) per aver cercato di impedire – a criminali di fatto – di tagliare le tratte ferroviarie a lunga percorrenza sullo ionio o di trasformare la sibaritide in una enorme piattaforma di lavorazione rifiuti.
Al contrario il funzionario in questione, che dal 1996 si occupa di rifiuti prima per l’Ufficio del Commissario all’Emergenza Ambientale (ovviamente) e poi piano piano diventata dirigente del Dipartimento Ambiente (rigorosamente senza alcuna selezione), visti gli ottimi risultati ottenuti in questi anni (sistema rifiuti al collasso, impianti obsoleti, discariche fuori norma, continue sanzioni della comunità europea ed una quantità faraonica di soldi pubblici spesi) è stato premiato da Oliverio che l’ha promosso Dirigente generale del Dipartimento.
Perché non sono giustizialista? Perché non delego il giudizio morale, etico e politico ad un sistema giudiziario che prima di altri dovrebbe giudicare se stesso. In Calabria io probabilmente sarò condannato per “interruzione di pubblico servizio”, mentre chi ha deliberatamente smantellato un servizio svolgendo funzioni pubbliche o, peggio ancora, lo ha trasformato in una fonte di reddito per se stesso e per una manica di parassiti, spesso non viene neanche processato.
La Giustizia vera è quella che conquistano le comunità quando diventano consapevoli, e per questo è giusto che certe cose si sappiano e si dicano. Io provo a fare la mia parte.
Flavio Stasi
Questione di Giustizia, di pudore e di coraggio
Oggi è di moda essere #giustizialista, cioè condannare moralmente (e politicamente) chi ha un precedente o magari un’indagine in corso e premiare, di contro, chi è giuridicamente immacolato. Io non lo sono e spesso, anche chi mi sta vicino, si chiede il perché.
Voglio provare a fare un esempio.
Mettiamo il caso che ci sia una discarica, quella di Scala Coeli, con irregolarità di ogni tipo, dalla volumetria agli impianti di sicurezza, dalla pendenza alla regolarità idrogeologica, dalle cartine con una scala scorretta (in modo da cambiare le distanze) al mancato rispetto dei vincoli per l’agricoltura e così via, tutto documentato. Mettiamo il caso che un dirigente della Regione Calabria, pagato da noi per tutelare salute e territorio, superi ogni irregolarità con una mega sanatoria e, sulla scorta della solita emergenza, faccia aprire la discarica in perfetto stile calabro. Qualcuno dirà: denunciate il dirigente! Noi infatti lo abbiamo fatto.
In questi giorni ci è arrivata la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Catanzaro: non c’è ragione di avviare un processo su una cosa del genere, figuriamoci, tutto a posto.
Mettiamo il caso che il dirigente in questione è sorella del Presidente della sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro, a sua volta ex-candidata alle primarie di Lamezia Terme per il PD (perdente con Gianni Speranza) e moglie del responsabile ambiente del PD nonché, guarda caso, ex sub-commissario all’emergenza rifiuti in Calabria. Difficile processare un dirigente così no? Più facile processare me (ed altri) per aver cercato di impedire – a criminali di fatto – di tagliare le tratte ferroviarie a lunga percorrenza sullo ionio o di trasformare la sibaritide in una enorme piattaforma di lavorazione rifiuti.
Al contrario il funzionario in questione, che dal 1996 si occupa di rifiuti prima per l’Ufficio del Commissario all’Emergenza Ambientale (ovviamente) e poi piano piano diventata dirigente del Dipartimento Ambiente (rigorosamente senza alcuna selezione), visti gli ottimi risultati ottenuti in questi anni (sistema rifiuti al collasso, impianti obsoleti, discariche fuori norma, continue sanzioni della comunità europea ed una quantità faraonica di soldi pubblici spesi) è stato premiato da Oliverio che l’ha promosso Dirigente generale del Dipartimento.
Perché non sono giustizialista? Perché non delego il giudizio morale, etico e politico ad un sistema giudiziario che prima di altri dovrebbe giudicare se stesso. In Calabria io probabilmente sarò condannato per “interruzione di pubblico servizio”, mentre chi ha deliberatamente smantellato un servizio svolgendo funzioni pubbliche o, peggio ancora, lo ha trasformato in una fonte di reddito per se stesso e per una manica di parassiti, spesso non viene neanche processato.
La Giustizia vera è quella che conquistano le comunità quando diventano consapevoli, e per questo è giusto che certe cose si sappiano e si dicano. Io provo a fare la mia parte.
Flavio Stasi
Spese legali di Mascaro, a volte sarebbe più consono il silenzio
Comprendo la confusione in cui è caduto il Sindaco Mascaro nel momento in cui si è reso conto di trovarsi nell’inaspettata condizione di avere un’opposizione politica, dentro e fuori dal consiglio comunale. Suppongo che, visti i suoi trascorsi da consigliere comunale di centrosinistra e di centrodestra, l’unica opposizione aspettata sarebbe stata quella dei suoi alleati pro-tempore, per questioni importanti come assessorati e “incarichicchi” vari.
Per fortuna le condizioni sono cambiate e questa inadeguata classe politica dovrà abituarsi all’idea di doversi rapportare con la città per ogni cosa che riguarda la vita della comunità proprio perchè avrà un’opposizione che la obbligherà a farlo, svolgendo il ruolo istituzionale che le compete.
Fatta questa premessa, probabilmente il Sindaco, o chi per lui, avrebbe fatto molto meglio a non insistere su una questione che definire oscena è dire poco.
Nessuno ha messo in dubbio la legittimità dell’atto, figuriamoci: a chiarire questo aspetto non possiamo essere noi, ma visto che l’esecutivo ci tiene, ci penserà la Corte dei Conti alla quale sottoporremo le delibere in questione. Ciò che è oggettivo, invece, è che oggi è inaccettabile che il Sindaco, per difendere la propria elezione, si scelga gli avvocati che desidera e li faccia pagare ai cittadini. C’è poco da aggiungere e da contestare, ed in effetti i conti sono stati fatti al ribasso: a regime le spese per gli avvocati di Mascaro, pagate da noi, saranno molto più di quelle conteggiate oggi.
Le spese per incarichi esterni dati con faciloneria da questa classe dirigente sono state, probabilmente, quelle che hanno portato le finanze cittadine al collasso, e questo esecutivo temo le porterà in coma irreversibile. Proveremo, con l’azione di opposizione, a limitarne i danni, così come stiamo facendo.
La questione anagrafica che sembra impensierire il Sindaco non c’entra nulla, la distanza tra noi e la classe politica rappresentata da questa maggioranza è prettamente Politica.
E del resto è proprio perché ci siamo confrontati sul campo con alcune situazioni che con la Politica non hanno nulla a che vedere – e che evito di descrivere nuovamente per tutelare, nonostante tutto, l’autorevolezza delle nostre istituzioni – che abbiamo deciso di unire all’azione politica e sociale, anche quella giuridica, affinché gli organi preposti verifichino eventuali irregolarità nello svolgimento delle elezioni. Al riguardo sono certo che chi ha la coscienza a posto, dorme sonni tranquilli. Ad ogni modo gli attivisti di RossanoPulita i propri consulenti li scelgono e li pagano di tasca propria.
Per quanto riguarda il sociale, anche se il Sindaco forse non se ne è accorto, la nostra comunità sta subendo dei tagli epocali a servizi dal valore inestimabile e che hanno reso Rossano, nel corso degli anni, una città vivibile e con un minimo di equità sociale. Capisco che, quando si dice che nessun taglio è stato determinato dall’attuale amministrazione, si prova a rispolverare le vecchie medaglie nello sport dello scarica barile in cui la nostra classe politica può vantare campioni olimpionici, ma quel tempo è finito.
Quando ci siamo candidati, tutti, ci siamo assunti la responsabilità di dare una guida alla città consci della situazione in cui si trovava. Chi non è in grado di farlo, abdichi dignitosamente.
Soldi per il sociale no, per gli avvocati si
La politica, alle volte, è fatta di domande e risposte semplici, che però hanno un significato profondo, un valore dirompente. Come abbiamo annunciato l’indomani del 5 Giugno sul palco del ringraziamento, il comitato #RossanoPulita ha fatto ricorso contro l’esito elettorale, per gravi irregolarità sia nella presentazione delle liste che nelle operazioni di spoglio. Su queste ultime, inoltre, abbiamo redatto un esposto penale, portato all’attenzione della Procura della Repubblica di Castrovillari, di cui attendiamo, fiduciosi, riscontri visti i tanti fatti accaduti e denunciati.
La prima domanda è: chi paga l’avvocato per il ricorso di RossanoPulita? Noi, attivisti del comitato, mettendoci le mani in tasca proprio come abbiamo fatto per tutta la campagna elettorale, facendo sacrifici enormi per ciò in cui crediamo fortemente.
La seconda domanda è: chi paga i due avvocati scelti dal sindaco Mascaro e dalla sua maggioranza per difendersi contro di noi? Sembra strano, ma la risposta è uguale, sempre noi, insieme al resto della cittadinanza.
Agli avvocati Gualtieri, del foro di Catanzaro, e Tedeschini del foro di Roma, cinquemila euro ciascuno (oltre iva) pagati dal Comune, solo per iniziare.
Per qualcuno, quella di far pagare alla collettività gli avvocati di coloro che occupano temporaneamente posti istituzionali, è una prassi consolidata. In questo caso si tratta di una prassi disgustosa, che questa maggioranza aveva la ghiotta possibilità di interrompere e che, invece, ha rispettato, coerentemente alla propria natura inadeguata ed obsoleta.
Se pensiamo che, contestualmente, la grave situazione di cassa del comune ha costretto il commissario a tagliare bonus sociali ed altri servizi per i ceti sociali più deboli, così come si stanno ridimensionando progressivamente i servizi offerti dal comune, questa scelta risulta ancor più incomprensibile ed inaccettabile. Con quale faccia si possono poi tagliare i contributi sociali o aumentare il costo della mensa?
Sarebbero, fra l’altro, argomenti interessanti da affrontare con l’Assessore al Bilancio se Mascaro ci avesse fatto la grazia di nominarlo, ma purtroppo, dopo 3 mesi di legislatura, così non è.
Qualcuno dirà: paga il Comune perché si difendono gli interessi del Comune. Evitiamo noiose discussioni giuridiche e politiche su quale sia effettivamente l’interesse della casa comunale, ma una cosa è certa: esiste un ottimo ufficio legale comunale che già la comunità paga mensilmente per cui, se si fosse trattato di difendere gli interessi dell’ente, non avremmo dovuto gravare ulteriormente sulla comunità.
Invece gli avvocati se li sono scelti, uno addirittura del foro di Roma, e li fanno pagare ai cittadini. Comodo no?
Il Comune andrà in dissesto per quest’incarico? No, è stato già dissanguato da centinaia di questi incarichi, e continuerà ad essere dissanguato fin quando non volteremo definitivamente pagina chiudendo la triste stagione di questa classe dirigente.